TALIS, analisi sull’insegnamento nei Paesi OCSE

ATTENZIONE! Questo articolo è stato pubblicato il 25 Giugno 2009 e alcuni riferimenti potrebbero non funzionare.

Creating  Effective Teaching and Learning Environments:  First Results from TALIS

(Creare ambienti di apprendimento efficaci, risultati da TALIS)

Lo scorso 17 giugno vari organi di stampa divulgavano la conferenza stampa del ministro dell’istruzione che commentava i risultati di un’indagine internazionale (TALIS: Teaching and Learning International Survey) voluta dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, da cui l’acronimo OCSE (o Organisation for Economic Co-operation and Development – OECD e Organisation de coopération et de développement économiques – OCDE in sede internazionale).

Poiché le conclusioni a cui perveniva il ministro sono contestate da molte organizzazioni sindacali, abbiamo cercato di districarci tra le percentuali e gli altri dati riportati dall’indagine sfogliando le oltre 300 pagine dell’analisi prelevata direttamente dalla fonte.

Lasciamo le conclusioni e i commenti a voi.

Iniziamo con l’elenco dei Paesi che hanno partecipato alla raccolta dei dati relativi a questa indagine:

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Abbiamo estratto i grafici che ci sono sembrati più significativi, iniziamo dal profilo demografico degli insegnanti:

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L’Italia è al primo posto: ha gli insegnanti più “anziani”.

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Quasi l’80% degli insegnanti della scuola media sono donne, mentre i dirigenti scolastici sono abbastanza equilibrati tra i due sessi: 45% donne e 55% uomini.

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In questa tabella troviamo l’Italia al secondo posto. Come prevedibile un corpo docente anziano anagraficamente comporta anche una lunga esperienza professionale, quasi il 60% insegna da oltre 20 anni.

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Qui vediamo la nostra autonomia scolastica, al penultimo posto. I nostri dirigenti scolastici hanno un margine di manovra limitatissimo. Non possono reclutare direttamente, non decidono aumenti salariali e non possono licenziare.

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Non potendo licenziare, i nostri dirigenti però sono tra i primi a lamentarsi della scarsa preparazione culturale dei propri insegnanti e del loro assenteismo.

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Una buona metà dei dirigenti lamenta anche carenze nelle risorse scolastiche: laboratori, biblioteche e altro.

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Anche l’atmosfera delle classi non è molto serena, un 71,6% dei dirigenti denuncia non meglio precisati “classroom disturbances” in grado di ostacolare il percorso formativo.

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Passiamo adesso all’aggiornamento professionale dei nostri docenti. Non siamo gli ultimi ma pur sempre sotto la media. Forse ci basta la nostra lunga esperienza?

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Interessante osservare quali siano le competenze che i docenti vorrebbero acquisire o migliorare, al primo posto la capacità di insegnare ad alunni con particolari esigenze al secondo posto le abilità necessarie ad utilizzare le nuove tecnologie.

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Infine una paio di tabelle relative alle risorse umane.

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Secondo questa tabella le nostre classi sono mediamente formate da 21,3 alunni. (S.E. Standard errors riflette il grado di incertezza nelle tabelle statistiche)

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Quest’ultimo grafico indica che l’Italia ha un buon rapporto numerico tra studenti e docenti, ma risale al 2005 (Chart D2.3. Ratio of students to teaching staff in educational institutions, by level of education, 2005)

Consigliamo di scaricare e leggere personalmente il volume.

OECD Teaching and Learning International Survey (TALIS)

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