I tagli di Tremonti e la coperta troppo corta.

ATTENZIONE! Questo articolo è stato pubblicato il 31 Maggio 2008 e alcuni riferimenti potrebbero non funzionare.

Il decreto fiscale da tre miliardi di euro, appena uscito sulla Gazzetta Ufficiale, restituisce qualcosa alle famigle con l’annullamento dell’ICI.

Ma, come era prevedibile, la coperta tirata da una parte scopre dall’altra.

In questo articolo di Claudia Fusani vengono dettagliati i numerosi tagli attuati per compensare l’abolizione dell’ICI.

Possiamo ancora davvero gioire per l’abolizione della tassa comunale sugli immobili a spese del welfare?

forbice

 

 

ROMA – Il taglio della tassa sulla prima casa, lo sgravio fiscale sugli straordinari e un altro aiutino a Alitalia per tirare a campare. Vale tre miliardi di euro il decreto fiscale della nuova era Tremonti pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale e quindi in vigore. Soldi che tornano nella disponibilità delle famiglie ma che alle stesse famiglie vengono tolti in altri modi. La scure Tremonti infatti si è abbattuta su decine di fondi già stanziati, dal trasporto locale a quello per l’occupazione (165 milioni), dall’ammodernamento delle rete idrica nazionale a quello dedicato al recupero dei centri storici. Il ministro taglia, dove non serve, dove non c’è appeal, dove gli sembra uno spreco: fa scomparire il fondo anti violenza per le donne e quello per l’inclusione sociale degli immigrati, quello per l’abbattimento degli ecomostri e per il sostegno al trasporto ferroviario delle merci. E alla fine è difficile capire e trovare dove stia il vantaggio tra l’Ici recuperato e tutto il resto andato perduto. “Tremonti ha preso in mano la ramazza e ha spazzato via, alla cieca e in modo come minimo contraddittorio” denunciano al Loft. “Promette al sud il Ponte sullo Stretto che sarà pronto chissà quando e con quali soldi e intanto leva quegli interventi immediati su strade e ferrovie di cui Calabria e Sicilia hanno bisogno come dell’aria”. L’opposizione alza la voce. Chiede conto dei tagli. E dopo lo scontro sul decreto salva Rete 4, i propositi di dialogo e larghe intese tra maggioranza e opposizioni saltano di nuovo.
I fondi contro la violenza contro le donne. Spazzati via venti milioni. Non che siano tantissimi ma certo erano moltissimo per gli oltre cento centri antiviolenza che in Italia si occupano di dare protezione e un tetto a donne sole, ragazze-madri maltrattante, per lo più straniere, con bambini piccoli. Storie di senza nome, poco performanti da un punto di vista mediatico, e però passa anche da questi Centri antiviolenza il livello di civiltà di un paese. “Il primo atto del governo contro la violenza sulle donne? Un bel taglio al Fondo istituito dalla Finanziaria 2008 con 20 milioni di euro per il sostegno alle vittime e la prevenzione” denuncia Vittoria Franco, ministro ombra del pd per le Pari Opportunità che chiama in causa il ministro Mara Carfagna: “Cosa intende fare il neo ministro? Se n’è accorta?”. Il ministro potrà riflettere su cifre e dati. I numeri dicono che in Italia ci sono 14 milioni di donne vittime di violenza di cui ben tre milioni tra le mura domestiche, drammi vissuti nel silenzio e nell’indifferenza. Una risposta, un segnale di aiuto e di una possibile via di fuga, è arrivato in questo anni soprattutto dai Centri anti violenza. Che ora restano senza fondi. Che fare? Vittoria Franco ha già presentato un’interrogazione al governo.

Sicilia e Calabria, tagli a strade e ferrovie. Il decreto fiscale si mangia mille e 432 milioni di euro, fa i conti Andrea Martella ministro ombra del Pd alle Infrastrutture, destinati al grande capitolo “opere pubbliche urgenti per il Sud”. Ma come, si chiede Martella, “Berlusconi annuncia il ritorno delle grandi opere pubbliche per rilanciare il sud e poi taglia proprio strade e ferrovie in Sicilia e in Calabria?”. Per l’esattezza spariscono i fondi per il completamento della strada Ionica (350 milioni), per la metro leggera di Palermo (240 milioni), per la ferrovia circum-etnea (250 milioni), per la piattaforma logistica in Sicilia (247 milioni) e per la superstrada Agrigento e Caltanissetta (180). Lombardo, leader del Movimento per l’autonomia, socio esterno del Pdl, annuncia ricorsi alla Consulta e contro palazzo Chigi. “Prodi – spiega Martella – aveva recuperato questi soldi dai fondi per il ponte sullo Stretto perché era più urgente dare subito strade e ferrovie alla Calabria. Berlusconi invece torna al ponte sullo Stretto ma quando? E dove prenderà i 4,7 miliardi di euro necessari”. E ora, subito, come fanno in Calabria?
La scure su trasporti locali e per le merci – Spariscono dal bilancio nazionale 721 milioni di euro destinati a rafforzare il trasporto locale, pubblico e su ferrovia, quel pacchetto di misure necessarie per limitare l’uso di mezzi privati, aiutare i pendolari, far diminuire i camion. I tagli più clamorosi riguardano il “Fondo per la promozione del trasporto pubblico locale”, 353 milioni di euro stanziati per il triennio 2008-2010. Cancellato anche quello, più modesto (12), che doveva servire a finanziare il trasporto verde nei centri storici. “Togliere i soldi per rinnovare autobus e trasporti rapidi di massa come metro e tramvie – denuncia Marcello Panettoni, presidente dell’Associazione che riunisce le aziende di trasporto pubblico locale – vuol dire condannare un sistema già in gravi difficoltà”. Michele Meta, capogruppo del Pd in Commissione Trasporti, parla di “un vero e proprio colpo di mano”.
399 milioni in meno per l’ambiente. E’ vero che i Verdi non sono più in Parlamento. Ma i tagli di Tremonti alla voce ambiente sono destinati a scatenare un putiferio. Spariscono i 30 milioni per il “recupero dei centri storici”, i 60 per le isole minori e altri spiccioli per le biotecnologie e per le filiere Ogm free. Cassato anche il “Fondo per la demolizione degli ecomostri”, 45 milioni destinati ad abbattere le pustole tipo Punta Perotti che infestano coste e zone di pregio. Aboliti i Fondi per “l’ammodernamento delle rete idrica nazionale” (70 milioni) e per le “forestazione e riforestazione” (150 milioni).
Tecnologie, sport, immigrati, università e cultura: le altre Cenerentole. Forse in pochi piangeranno il taglio alle celebrazioni per la nascita di Giacomo Puccini (un milione e mezzo), al Fondo ordinario delle Università (48 milioni) e alla Formazione artistica e culturale (27). Sono però, questi, soldi che servono anche a tenere in vita le scuole di quartiere e per dare un’alternativa sociale e culturale a chi non se la può pagare di tasca propria. La scure Tremonti spazza via i milioni (95) per “la promozione dello sport di cittadinanza”, la cassa per organizzare gare e manifestazioni a livello base e per lo più amatoriale, per dare la scossa a una popolazione, come quella italiana, dove solo il 30 per cento fa attività sportiva e tende all’obesità. Tagli anche per i Campionati mondiali di pallavolo 2010 e per quelli di ciclismo. Spariti anche i soldi per lo sviluppo della banda larga (50) e il passaggio al digitale terrestre (20) e per il potenziamento dell’informatizzazione pubblica (31). Che fine fanno la semplificazione burocratica e il passaggio dalla carta a un clic? Preoccupa la cancellazione del Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati (50), un altro pezzetto di uno stato sociale che non deve scomparire.

(29 maggio 2008)

Donne, ambiente e disoccupati Ici e Alitalia si mangiano i fondi – economia – Repubblica.it

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